Significato del nome Noè, in lingua ebraica Noach, ??, viene interpretato da Genesi 5,29 con il significato di consolatore che per Bereshit Rabbà riguarda anche il suo innovamento nel coltivare la terra: fu il primo ad utilizzare attrezzi agricoli mentre precedentemente si erano utilizzate soltanto le mani. Un altro possibile significato, sempre dall'ebraico, è di "quiete", "riposo"[1].

Il costruttore dell'arca

Michelangelo, il Diluvio Universale, dalla volta della Cappella SistinaNoè compare per la prima volta in Genesi 5,28 come agricoltore e figlio di Lamech e nipote di Matusalemme. Egli è dunque il nono nella linea generazionale dei discendenti di Adamo attraverso Set (la cosiddetta "Grande Genealogia dei Setiti" di Gen 5). La sua storia si sviluppa nei capitoli 6, 7, 8 e 9 della Genesi.

Secondo la narrazione biblica è il costruttore dell'Arca di Noè grazie a cui l'Umanità continuò la propria esistenza sulla Terra; sull'Arca furono ospitate 7 coppie degli animali puri ed una coppia di tutti gli altri animali (secondo Genesi 6,19; secondo Genesi 7,2).

Secondo Genesi 7,6 Noè aveva seicento anni quando il diluvio si abbatté sulla Terra; morì a 950 anni; era ancora vivo quando nacque Avraham.

L'alleanza noachica secondo la Torah [modifica] Per approfondire, vedi le voci Dieci comandamenti e Mizvot.

Noè ebbe tre figli: Sem, Cam e Jafet, come Noè anch'essi portati sull'arca unitamente alle mogli. Ciascuno di essi avrebbe dato vita ad una stirpe con più popoli: Sem per i Semiti, Cam per i Camiti e Jafet per i Jafetiti.

Stipulata da Dio con Noè un'alleanza cosmica, in ebraico B'rith 'Olam (???? ????), l'"alleanza noachica" si compone dei 7 precetti così enunciati:

1.non abbandonare la fede in Dio e quindi non commettere idolatria;
2.non uccidere né suicidarsi: "Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo" (Gen 9,6: fondamento della "legge del taglione", nell'esegesi ebraica con ciò intendendo il risarcimento pecuniario);
3.non rubare o rapire;
4.non compiere le relazioni sessuali illecite non ammesse dalla Torah;
5.non bestemmiare;
6.divieto di mangiare parti del corpo di animali ancora vivi;
7.istituire tribunali giusti.
Per i non ebrei ai 7 precetti possono aggiungersene altri ancora sempre iscritti nella Torah, ciò dipende dalla loro volontà; invero se ne contano circa 66: importanti quindi anche i precetti di onorare i genitori e quelli che vietano di ferire moralmente il prossimo e di ingannarlo.

Gli esseri vegetali sono concessi come cibo all'uomo: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde" (Gn 1,29-30). Come si legge chiaramente dal testo non è ampliata la concessione già fatta ad Adamo, a cui già erano stati concessi solamente i vegetali, sino al momento in cui Noè compie dei sacrifici a Dio dopo il Diluvio universale.

Iddio si è impegnato a non mandare mai più diluvi nel corso dell'esistenza del mondo mantenendo luce e buio, il ciclo delle stagioni, del caldo e del freddo, della notte e del giorno.

Quest'alleanza è stipulata con tutta l'umanità ed offre dunque all'antico Israele le norme per considerare chi è giusto o empio tra gli individui non-ebrei delle altre 70 Nazioni.

La figura di Noè, uomo giusto tra i suoi contemporanei malvagi, è considerata in Isaia 54,9 come esempio di rettitudine grazie a cui venne concesso un nuovo mondo per un'Umanità rinnovata.